Giuditta e Oloferne è uno dei soggetti artistici più popolari nella storia dell'arte, e fu dipinto da numerosi artisti nel corso dei secoli. La versione più famosa è quella realizzata dal pittore italiano Caravaggio intorno al 1598-1599.
Il dipinto rappresenta il momento in cui Giuditta, una donna ebrea della Bibbia, uccide il generale assiro Oloferne per difendere il suo popolo. Secondo il racconto biblico, Oloferne stava assediando la città di Betulia e Giuditta decise di avvicinarsi a lui, guadagnando la sua fiducia e poi decapitandolo mentre era ubriaco.
La scena dipinta da Caravaggio è estremamente realistica e cruda. Raffigura Giuditta mentre tiene la testa mozzata di Oloferne nella mano sinistra e un pugnale insanguinato nell'altra. Il corpo di Oloferne giace sul letto, con il lenzuolo insanguinato e il volto in una maschera di terrore.
Caravaggio utilizzò la luce e l'ombra in modo magistrale per accentuare la drammaticità della scena. Il chiaroscuro, caratteristica distintiva del suo stile, mette in evidenza i volti dei personaggi e crea un effetto di profondità e realismo.
L'opera ebbe un grande impatto sulla scena artistica dell'epoca e rappresentò una svolta nella pittura caravaggesca. Il dipinto non fu però esposto pubblicamente, poiché venne commissionato come opera privata, ma la sua fama crebbe nel corso del tempo.
Oggi, il dipinto di Caravaggio raffigurante Giuditta e Oloferne si trova nella Galleria Nazionale d'Arte Antica a Roma ed è considerato uno dei capolavori dell'artista.
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